Sfondi e connessioni

Nelle situazioni lavorative è possibile cogliere la consistente fatica a reggere i carichi e i ritmi di lavoro crescenti, i disorientamenti prodotti dalle continue riorganizzazioni, la diminuzione della stabilità delle retribuzioni, l’incertezza delle collocazioni lavorative, le turbolenze e le perturbazioni alimentate dai fenomeni sociali contemporanei.

Si diffonde nelle persone la percezione di vivere-subire dei cambiamenti sentiti, spesso, come catastrofici e segnati da ampie e improvvise mutazioni dalle direzioni imprevedibili. Cambiamenti molto forti, che sembrano non generare o accrescere speranze positive, ma prevalentemente indurre delusioni connesse a riduzioni e decostruzioni. Tutto ciò sembra generare nelle persone la sensazione di perdere i propri riferimenti culturali, valoriali e affettivi centrali per la propria identità sociale, professionale o per sentirsi appartenenti a una “comunità”.
Questi cambiamenti investono diversi ambiti della vita organizzativa, in particolare:

  • i legami tra le persone e tra persone e organizzazioni sono sempre più differenziati; i contesti lavorativi tendono a svilupparsi come intrecci di persone e di sottosistemi che convivono “sotto lo stesso tetto” attraverso una molteplicità di interessi e riferimenti culturali e professionali;
  • la crescente articolazione delle forme contrattuali tra individui e organizzazioni genera frammentazioni; alimentata anche dalla ricerca delle persone di uno spazio per affermare la propria e specifica soggettività. Questa ricerca porta le persone e le organizzazioni a richiedere “patti” e “scambi” più diretti;
  • le organizzazioni faticano a conservare identità e confini essendo cresciuta la provvisorietà dell’oggetto di lavoro. Le esperienze di cooperazione, di co-progettazione, di partnership, di produzione in rete e le esternalizzazioni spingono, infatti, a riconsiderare i confini e a operare articolazioni provvisorie e ricomposizioni parziali.

Per sostenere le sofferenze individuali e collettive e per affrontare le perturbazioni e le turbolenze prodotte dalle continue trasformazioni è necessario costruire un “pensiero” sull’esistente che permetta di riposizionarsi nei processi di cambiamento. Occorre accostare alla percezione “catastrofica” dei cambiamenti la possibilità di cogliere in queste trasformazioni degli indizi, delle opportunità in grado di favorire nuove configurazioni identitarie, innovazioni nelle progettualità, riconfigurazioni del senso e del significato delle proprie esperienze.

Ciò è possibile se nei processi produttivi prevalgono atteggiamenti volti a rompere chiusure e autoreferenzialità capaci di favorire reti mobili tra soggetti e organizzazioni. Reti che nel permettere connessioni e scambi di conoscenze e saperi, sostengano la comprensione e l’elaborazione di ipotesi per affrontare le contraddizioni e i paradossi presenti nei contesti lavorativi. In questo modo la compresenza di standardizzazioni e personalizzazioni, omologazioni e valorizzazioni dei soggetti, imposizioni e riconoscimenti dei molteplici interessi anziché alimentare ritiri in nicchie protette, possono diventare sfide interessanti per poter immaginare nuove progettualità.

Le questioni critiche che si aprono sono innumerevoli: come costruire reti temporanee? Dove trovare le risorse emotive e cognitive per sostenere e alimentare le reti? Come sopportare e elaborare le conflittualità, le lacerazioni, le violenze sperimentate nel lavorare insieme? Come poter valorizzare le esperienze generatrici di nuovi significati e di nuovi approcci al lavoro nelle attuali organizzazioni? Come costruire delle culture che alimentando scambi tra le diverse soggettività siano capaci di far immaginare un futuro e non rimanere ingabbiati e schiacciati nel presente?


Obiettivi e metodologia di lavoro

Costruire organizzazioni sostenibili in contesti turbolenti è quindi una sfida, una possibilità, una costrizione, un interrogativo che sollecita la curiosità di chi, a diverso titolo, ma con una comune sensibilità e tenacia si occupa oggi di organizzazioni lavorative. È un tema che invita a porre l’attenzione su tre questioni di per sé cruciali nella vita lavorativa quali:

  • la realizzazione di processi di costruzione organizzativa, visti come esperienze sociali effettivamente partecipate;
  • la messa a punto di un’idea di sostenibilità organizzativa che permetta di far coesistere, nella stessa organizzazione, esigenze e necessità tra loro spesso contrastanti;
  • la riconsiderazione della turbolenza ambientale come fattore che può essere vitalizzante, capace di orientare innovazioni e attivare ricerche.

L’approfondimento di queste tre questioni si svilupperà attraverso contributi e scambi di esperienze per cercare di:

  • allentare gli attaccamenti alle proprie visioni e alle proprie prospettive di osservazione;
  • arricchire le conoscenze e le ipotesi interpretative sui fenomeni complessi e controversi presenti nei processi lavorativi contemporanei;
  • prefigurare possibili indirizzi d’azione.

Per favorire la realizzazione di questo percorso le Giornate di Studio saranno introdotte da alcuni contributi che da diverse prospettive di osservazione (oltre a quella organizzativa, quella cinematografica e giornalistica) avranno il compito di suggerire sguardi inusuali, comprensioni originali e forse far intravedere possibili nuovi scenari d’azione.
Sono previsti gruppi tematici di approfondimento e una tavola rotonda conclusiva per favorire il coinvolgimento di tutti i partecipanti alle Giornate di Studio nel processo elaborativo che si interrogherà sulle possibilità di costruire organizzazioni sostenibili in contesti turbolenti.


21 ottobre 2004
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9.30 – 11.00 Presentazione dei lavori
LA COSTRUZIONE DI ORGANIZZAZIONI SOSTENIBILI NELL’OTTICA DELLA CONSULENZA PSICOSOCIOLOGICA

A cura di Franca Olivetti Manoukian.

UNO SGUARDO CINEMATOGRAFICO SULLA TURBOLENZA DEI CONTESTI SOCIALI IN CUI OPERANO LE ORGANIZZAZIONI LAVORATIVE

A cura di Antonio Bocola e Paolo Vari.

11.30 – 13.00 LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO NELLA QUIETE  DI UN ENTE LOCALE

A cura di Giuseppe Nota.

LE TRASFORMAZIONI DEI CONTESTI E L’ADATTAMENTO DELLE ORGANIZZAZIONI LAVORATIVE VISTE DA UN OPERATORE DELLA COMUNICAZIONE

A cura di Carlo Riva.

Dibattito.
13.00 – 14.30 Intervallo
14.30 – 17.30 Piccoli gruppi di elaborazione attorno ad alcuni temi/parole chiave; formulazione di questioni da porre all’attenzione dei cinque relatori nella tavola rotonda della mattina successiva.


22 ottobre 2004
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9.30 – 13.00 Tavola rotonda, con la partecipazione dei cinque relatori, finalizzata ad approfondire le questioni individuate dai gruppi di lavoro emerse nell’esplorazione dei temi/parole chiave proposti, alla luce delle riflessioni precedentemente introdotte.
Confronto e dibattito in plenaria.
Conclusione dei lavori.


Relatori
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Antonio Bocola Regista di “Fame chimica”
Giuseppe Nota Responsabile Settore Giovani – Comune di Torino
Carlo Riva Giornalista
Paolo Vari Regista di “Fame chimica”