A febbraio 2020 lo Studio APS si è trovato a essere parte di una situazione sanitaria, sociale e organizzativa del tutto inedita. Forse più “situazioni”, che “una situazione”. Perché da subito riscontravamo tra di noi e con i clienti con cui eravamo in contatto, situazioni differenti a volte di emergenza, incertezza, confusione anche molto elevate, accanto a organizzazioni che minimizzavano la portata degli eventi e ad altre che pianificavano risposte.

Si poteva rilevare e si viveva un senso di disorientamento, dovuto a pressioni e sentimenti contraddittori: preoccuparsi ma non andare nel panico, essere seri ma non drammatizzare, essere responsabili ma non ciecamente obbedienti, stare fermi ma continuare a produrre, prendersi cura ma a distanza, le mascherine non servono ma tutti dobbiamo mettere le mascherine, ecc.

In quegli scambi l’emergenza pareva suscitare non solo ansie e paure, ma anche accelerare riorganizzazioni di processi e attività: nuovi luoghi e ruoli, riformulazioni di rapporti tra i professionisti, modalità di lavoro a distanza grazie alle tecnologie e così via. Condizioni che generavano, insieme a opportunità, non poche fatiche nel coordinamento tra singoli e gruppi, nel tenere insieme obiettivi produttivi e dimensioni relazionali, dimensioni lavorative e vita famigliare.

Ci sembrava si fosse tutti finiti in una sperimentazione sociale inedita per dimensioni e contenuti. Una situazione che probabilmente non avremmo mai più vissuto.

Così abbiamo pensato di proporre a chi in questi anni era entrato in contatto con lo Studio APS uno spazio di pensiero-ricerca, per apprendere dall’esperienza che si stava vivendo, per quanto drammatica. Ciò nell’ipotesi che fosse importante e vitale costruire insieme uno spazio dove il pensiero di ciascuno potesse collegarsi a quello di altri, uscendo dal rischio di un isolamento, in quelle settimane assai minaccioso. Uno spazio orientato a comprendere e apprendere, in un momento d’inedita complessità, con l’intento poi di diffondere i risultati, di ampliare l’orizzonte di pensabilità e diminuire il senso di isolamento, in un contesto caratterizzato da un’inevitabile e profonda incertezza.

 

L’impianto del lavoro

La nostra proposta è stata accolta da 193 persone, alcune a titolo individuale, altri per conto dell’organizzazione. Si è trattato di un numero di soggetti che è andato ben al di là delle nostre aspettative. Le candidature ricevute sono state organizzate per settori merceologici, professioni e ruoli.

Gli obiettivi dell’esplorazione che intendevamo avviare possono essere così sintetizzati:

  • raccogliere ed elaborare elementi conoscitivi su come le persone, le organizzazioni del lavoro e i diversi contesti sociali stessero reagendo o rispondendo all’emergenza/urgenza;
  • fornire ai partecipanti elementi di riflessione significativi, utili per una gestione più efficace delle loro organizzazioni e per prefigurare il futuro;
  • mettere a fuoco ipotesi, orientamenti e possibilità circa le attività di consulenza e formazione in queste nuove situazioni;
  • contribuire a tenere in vita tra di noi un pensiero collettivo, come Studio e come rete di soggetti.

A tal fine abbiamo costruito una traccia di ricerca che è stata utilizzata declinandola sulle specificità dei diversi contesti lavorativi e delle professioni: servizi pubblici, aziende private, terzo settore, istituzioni educative, liberi professionisti.

A partire dall’individuazione individuate di quattro aree d’indagine, i partecipanti sono stati invitati a riflettere e dialogare intorno alle seguenti questioni:

  • Organizzazione. Come (e dove) stanno le persone nella sua organizzazione? Cosa è successo nella sua organizzazione in queste settimane? È cambiato, come, il modo di funzionare della sua organizzazione, del suo gruppo di lavoro?
  • Dimensioni soggettive. Quali rappresentazioni della situazione lavorativa e di contesto? Quali problemi vede/sente nella sua organizzazione e nelle vite lavorative? Quali risonanze emotive.
  • I contesti famigliari e la nuove forme di lavoro. Quali cambiamenti la nuova situazione ha prodotto nel suo contesto familiare e in quello dei suoi colleghi?
  • Il Futuro. Che cosa lascerà questa esperienza nella sua organizzazione, gruppo di lavoro, vita? Cosa conservare e cosa lasciarci alle spalle?

In questi incontri lo scambio è stato reciproco: i professionisti dello Studio non hanno tenuto una posizione astinente, ma hanno in diversi casi scambiato anche proprie esperienze nelle discussioni, facendo riferimento a cantieri di lavoro in corso, nonostante il Covid-19, ai racconti e alle esperienze che via via si raccoglievano e a quanto anche nella nostra organizzazione accadeva.

Abbiamo realizzato trentasei colloqui individuali di novanta minuti circa e ventiquattro focus group di tre ore ciascuno, a cui hanno partecipato, in numero variabile, da tre a sedici persone, anche in relazione ad assenze dell’ultimo minuto. I focus erano omogenei per settore e condotti in genere da una coppia di colleghi dello Studio.

In parallelo, si svolgevano riunioni interne per confrontarci su ciò che andava emergendo in termini di osservazioni e interrogativi, affinché l’esplorazione procedesse in modo progressivo e integrato: il materiale raccolto è stato infine rielaborato e riorganizzato in una restituzione che sintetizzasse le osservazioni e le riflessioni maturate. Tale restituzione è stata quindi proposta, nell’ambito di dieci incontri, ai soggetti che avevano partecipato alla prima fase della ricerca, raggruppati in modo omogeneo sulla base delle aree lavorative.

Naturalmente, dato il contesto, tutti gli incontri si sono svolti online: anche noi, che nella quasi totalità dei casi lavoravamo in situazioni di contatto diretto con clienti e colleghi, abbiamo dovuto imparare a utilizzare e a misurarci con piattaforme e strumenti molto interessanti, che influenzano significativamente le relazioni e il modo di comunicare. Durante la ricerca non sono mancate interruzioni, incomprensioni, scoramenti, perdite di contatti, ma, nel complesso, gli scambi sono stati efficaci e intensi.

Gli incontri sono stati realizzati tra il 2 aprile e il 12 maggio 2020. Gli elementi raccolti in questo documento si riferiscono soprattutto alla Fase 1 del lockdown. Al momento della restituzione e discussione dei primi esiti di colloqui e focus group si era appena entrati nella Fase 2: si rilevavano prime variazioni dei timori e delle prefigurazioni del futuro e anche i primi segnali di un diverso atteggiamento.

I soggetti che hanno partecipato a questa ricerca-condivisione non sono certamente rappresentativi della situazione lavorativa italiana: non era questo l’intento. Molto probabilmente si tratta di soggetti con un’elevata propensione alla riflessione, che si trovavano anche in condizioni di stress, ma non di sofferenza tale da indurre a una chiusura o all’esclusione di spazi per una riflessione consistente.

 

A questo lavoro hanno attivamente partecipato Achille Orsenigo, Francesco d’Angella, Claudia Marabini, Grazia Gacci, Nicoletta Maritan, Fabio Cecchinato, Diletta Cicoletti, Rossella Bo, Cristina Foppiani, Monica De Luca, Valter Tarchini, Antonio Castagna. Questi professionisti hanno sviluppato l’impianto della ricerca, realizzato colloqui e focus group, rielaborato i materiali, condotte le restituzioni finali e sono al lavoro per una rielaborazione più approfondita del ricco materiale emerso e dei pensieri costruiti coi partecipanti.

Pubblichiamo il documento di sintesi che raccoglie le riflessioni, i pensieri e gli interrogativi emersi nei diversi incontri di confronto sulle esperienze personali e organizzative vissute in questi mesi di emergenza del Covid-19.

Le tante riflessioni sulle azioni messe in campo in questi mesi hanno fatto emergere questioni, criticità e problemi estremamente interessanti per formulare un pensiero sul futuro possibile delle organizzazioni e su come ripensare il proprio progetto professionale.

Come Studio APS abbiamo pensato di poter dare un contributo e un supporto a questo momento cruciale di ripensamento della personale vicenda lavorativa di tante donne e uomini e della storia di ciascuna organizzazione proponendo alcuni percorsi possibili di formazione e consulenza.

I percorsi individuati sono raggruppati in quattro aree di approfondimento ciascuna delle quali contiene delle specifiche proposte:

  • I. RIPENSARE ALLE PERSONE E ALLE ORGANIZZAZIONI DOPO L’EMERGENZA
    – Seminario: “Sostenere passaggi ed evoluzioni nei processi e nelle strutture organizzative” 
    – Laboratorio: “Nuovi apprendimenti nell’esercizio dei ruoli di autorità”
  • II. SENSO E QUALITÀ NEI PROCESSI DI CURA NEI SERVIZI RESIDENZIALI, SEMIRESIDENZIALI, DIURNI RIVOLTI ALLA FRAGILITÀ
    – Percorso di formazione e consulenza: “Ricostruire le condizioni di investimento e progettualità con gli anziani/disabili”
    – Percorso di formazione e consulenza: “Ripensare al rapporto con le famiglie”
    – Percorso di formazione e consulenza: “Ripensare al dialogo con il territorio”
  • III. RIELABORARE LE DIMENSIONI EMOTIVE CONNESSE AL TRAUMA
    – Laboratorio: “Raccontare per rielaborare. Un percorso di narrazione per riattraversare l’emergenza emotiva durante e dopo il lockdown”
  • IV. RIATTIVARE E RICOSTRUIRE PROGETTUALITÀ SOCIALE NEI TERRITORI
    – Percorso di consulenza: “Nuove forme di solidarietà da riconoscere e sostenere per rianimare i legami sociali nella comunità locale”

INDIVIDUI, GRUPPI E ORGANIZZAZIONI DI FRONTE ALL’EMERGENZA

Sviluppare pensieri per apprendere dall’esperienza

Pubblichiamo il documento di sintesi che raccoglie le riflessioni, i pensieri e gli interrogativi emersi nei diversi incontri di confronto sulle esperienze personali e organizzative vissute in questi mesi di emergenza/urgenza del Covid-19.

SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO ORGANIZZATIVO DELLE COOPERATIVE SOCIALI

Un percorso di ricerca rivolto a presidenti, dirigenti e responsabili della cooperazione sociale

La ricerca ha avuto l’obiettivo di individuare alcune ipotesi di azioni per ripensare e progettare la sostenibilità organizzativa della cooperativa in un’epoca di grandi cambiamenti socio-economici